Durante il lockdown si possono fare tante cose, una di queste è un Hackathon, un evento in cui persone che non si conoscono, si uniscono in piccoli team per sviluppare nuove idee.
Si chiama Hack for Travel #hacktravel si è svolto dal 30 aprile al 2 maggio
per 48 ore di fila, il tema è il turismo e in particolare il turismo durante e dopo il coronavirus.
Risultato : “Più di 1.200 innovatori, 300 Mentor, 90 progetti” (
https://hacktravel.org/ )
Al termine vengono premiati i migliori ma lo scopo principale per cui vengono organizzati è conoscere persone, partorire idee, ascoltare diversi punti vista, imparare a lavorare in team, parlare con gli esperti.
Questa volta però è stato tutto un po’ diverso, non solo perché ognuno era rinchiuso e collegato da casa senza poter incontrare fisicamente gli altri partecipanti, questa volta vi era un’atmosfera pazzesca, positività, sorrisi, voglia di guardare al futuro, empatia, lavoro duro, niente individualismo, senso di comunità. Non so se accade ogni qualvolta un hack for travel si svolge durante una pandemia, ma questa volta si.
Non mi dilungo ma faccio due considerazioni,
- questo spirito non è presente solo in questo settore ma è diffuso in tutta la società, e questi eventi sono utilissimi per farlo emergere
- come sarebbe bello se riuscissimo a comportarci tutti i giorni come un un hackathon, collaborazione, sguardo al futuro, premiare i migliori..